Italian Ministry of Foreign Affairs: Humanitarian aid less effective (Italian)

Source: Italian Ministry of Foreign Affairs

Washington.12/11/2009.

La crisi economica ha reso più urgenti le necessità dei Paesi in via di sviluppo, ma ha anche ridotto la capacità di contribuzione dei Paesi donatori. Ma non si tratta solo di un problema di quantità di aiuti: in effetti nel 2008 sono stati stanziati, secondo il rapporto pubblicato oggi a Washington dall’organizzazione non-profit Dara (Development Assistance Research Associates) 10,4 miliardi di dollari (l’equivalente di quasi 7 miliardi di euro). Ma tali aiuti spesso non sono sufficienti perché vengono utilizzati male: ”Nella pratica sta diminuendo la capacità dei donanti di rispondere in modo idoneo alle emergenze umanitarie”, denuncia Riccardo Polastro, capo del dipartimento di valutazione di Dara.

”Le misure di prevenzione non stanno funzionando, si registra infatti un aumento di disastri e conflitti. Si fanno pochissimi sforzi per rinforzare le capacità a livello locale delle popolazioni a rischio. E infine l’accesso alle popolazioni in crisi è sempre più difficile, si registra una crescente insicurezza delle popolazioni e degli operatori umanitari”. ”L’Hri (humanitarian response index, indice della risposta umanitaria) – si legge nel rapporto presentato ieri a Washington – mostra che le nazioni più potenti e ricche del mondo sono ancora inefficienti quando si tratta di dare assistenza umanitaria alle popolazioni colpite dalle crisi, per aiutarle a salvare le loro vite e la loro dignità”.

Aiuti dunque sempre meno in grado di produrre effetti positivi, e destinati comunque a una riduzione in termini assoluti, almeno nel 2009: ”Non abbiamo ancora quantificato – dice Polastro – ma certo per quest’anno non ci aspettiamo che i Paesi donatori arrivino a dare la stessa cifra dello scorso anno”. L’Italia è tra i Paesi ’donatori’ che hanno annunciato uno dei tagli più drastici, il 56 per cento. L’Irlanda ridurrà i propri contributi del 22 per cento. L’Onu ha calcolato che, a causa della crisi economica, e delle crescenti esigenze dei Paesi in via di sviluppo, nel 2009 ci sarà una differenza tra le donazioni effettuate e quelle richieste di 4,8 miliardi di dollari (l’equivalente di circa 3,2 miliardi di euro), che corrisponde alle necessità di 43 milioni di persone.